Appuntamenti

  • 25-26-27 FEBBRAIO: AUTOGESTIONE
  • 12 DICEMBRE: ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA
  • 3 DICEMBRE: CINEFORUM H17.00: RADIOFRECCIA
  • 17 NOVEMBRE: GIORNATA MONDIALE PER L'ACCESSO AI SAPERI
  • 15 NOVEMBRE: COMITATO STUDENTESCO
  • 11 NOVEMBRE: ELEZIONI DI ISTITUTO
  • 6-7-8 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE LISTE PER CONSIGLIO DI ISTITUTO
  • 12 OTTOBRE: SCIOPERO GENERALE STUDENTESCO
  • 5 OTTOBRE: MANIFESTAZIONE CONTRO LA RIFORMA FORMIGONI

Laboratori

  • Ogni venerdì. alle 13.30 in sede, collettivo studentesco
  • Ogni venerdì, alle 13.30 in sede, laboratorio "Rassegna Stampa"

mercoledì 12 marzo 2008

La scuola italiana delle tre V di Vergogna di Stefania Fabris

La scuola italiana delle tre V di Vergogna
di Stefania Fabris

La scuola italiana delle tre V di Vergogna
1 V: dire che si sono alternati modelli ideali di scuola è totalmente falso. C’è stata e c’è un’unica Riforma della scuola, un unico progetto complessivo che soltanto il Governo Berlusconi ha saputo realizzare sebbene con qualche aggiustamento di comodo. Tale Progetto è in pieno vigore, esiste, è stato preparato già da prima, è stato solo un po’ svitato da Fioroni, ed è logico che, nel caso vincessero, verrà ripreso alla grande. Non c’è nemmeno bisogno di fare una legge perché c’è già (Legge 53, 2003) e continua a campeggiare sul sito dell’attuale MPI.
2 V : a partire dalla metà degli anni ‘90 tutti i Governi che si sono succeduti hanno proceduto in modo dissennato, per le conseguenze prodotte, ma assolutamente coerente, a squalificare il ruolo e la figura docente che aveva bisogno di più competenze culturali, più competenze psico-pedagogiche, più riconoscimento economico ( tutt’e tre le cose insieme!). Le SSIS, con tutti i loro limiti e in una condizione di costante incertezza normativa, hanno coperto una piccola percentuale della formazione/reclutamento dei docenti che invece sono approdati al ruolo attraverso: corsi di riconversione in primis, doppio canale, graduatorie ad esaurimento e corsi di abilitazione speciali. Questi, che possiamo definire nei termini di una sovrana porcata, nell’ultima tornata voluta dalla destra, gestiti dall’università e a pagamento. Tutto ciò è stato fatto in nome e per conto dei poveri precari senza sanare realmente tale piaga, anzi producendo parallelamente nuovo precariato.
3V : fraintendendo i principi costituzionali, con l’autonomia delle istituzioni scolastiche, le scuole sono state gettate allo sbaraglio, in situazioni assolutamente ingestibili finanziariamente e di illusoria libertà. La malintesa libertà dei docenti ha gravemente intaccato la libertà degli alunni di avere una scuola corrispondente ad un livello standard che in passato era garantito e corrispondeva, alla fine, al titolo di studio. Attualmente il valore legale del titolo di studio sta vacillando rovinosamente. Tutti lo sanno, molti lo vogliono, ma quasi nessuno lo dice apertamente (a parte Confindustria).
Il programma politico che vorrei:
Abrogazione della Rifoma Moratti, ripristino dei Programmi nazionali, ritorno ad una gestione centralistica e statale della scuola pubblica, indizione di concorsi pubblici per il reclutamento dei docenti, aumento significativo dello stipendio per tutti i docenti con l’obbligo contrattuale di svolgere tutte le funzioni necessarie all’espletamento del ruolo, compresi ovviamente la partecipazione qualificata agli organi collegiali, i corsi di recupero e tutte le iniziative compensative necessarie al sostegno degli alunni in obbligo scolastico fino almeno a 16 anni, e l’aggiornamento obbligatorio in servizio. Tutto ciò dovrebbe avvenire non con interventi in finanziaria, ma per legge, attraverso un corretto iter parlamentare, senza aggiustamenti ipocriti e false sperimentazioni.

Per quanto riguarda invece eventuali interventi in finanziaria a sostegno delle famiglie italiane con figli che studiano, faccio presente l’ultima V di vergogna che ho scoperto dal mio cedolino di dipendente statale, ovviamente non dai giornali: al compimento del 18esimo anno di un figlio, grazie al Governo Berlusconi, i genitori, quand’anche mono, hanno perso gli assegni familiari ( nel mio caso una cifra che annualmente potrebbe a mala pena coprire la spesa per i libri, ma non quella dei quaderni, né tanto meno dell’abbonamento dell’autobus, per dire). Già, perché il figlio che è in IV superiore potrebbe invece un po’ andarsene a lavoricchiare, no? Benissimo. Faccio presente che la mia generazione è stata coperta dagli assegni familiari fino al 26esimo anno ( io ero già di ruolo…) e così uno si spiega come mai l’attuale generazione dei nonni ci sta ancora mantenendo tutti! Ecco, bene. Poi viene il Governo Prodi e finalmente reintroduce gli assegni familiari: scopro in questi giorni però che i figli devono essere almeno tre ( io purtroppo sono riuscita a farne solo due), ma soprattutto che quello che compie 18 anni deve essere in apprendistato ( mio figlio fortunatamente va al liceo e ha voglia di studiare). Questa è la politica della famiglia svolta in Italia in questi anni per mandare a scuola i nostri ragazzi. Certo dimenticavo che se invece uno li iscrive in una scuola privata, la sua Regione gli dà un cospicuo assegno a prescindere dal reddito! Vergognissima! Voglio un progetto politico contrario all’autonomia, alla regionalizzazione del sistema, alla privatizzazione della scuola.

venerdì 29 febbraio 2008

L'Italia immobile dei laureati: i figli degli operai guadagnano meno

Figli di dirigenti che diventano dirigenti e figli d'impiegati che diventano impiegati. Paghe che si fanno sempre più esili, occupazioni persistentemente precarie e disparità di genere e geografiche che permangono nella loro gravità. Una società priva di dinamismo sociale ed economico. Sono tutt'altro che liete le scoperte che quest'anno gli oltre trecentomila neolaureati, la cui truppa di anno in anno andrà facendosi più esigua per ragioni demografiche, hanno fatto al momento di approdare nel frastagliato mondo del lavoro.

Quest'anno un neolaureato si è ritrovato nella propria busta paga 1.040 euro. Una cifra che, in termini di potere di acquisto, vale il 92,9 per cento di quello che guadagnava un neolaureato del 2001 (vedi tabella). E seppure aumenta lievemente il tasso di occupazione, il 48 per cento si ritrova ancora a fare i conti con un tipo di lavoro dalla natura precaria.

I dati sono quelli del X Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani presentato oggi a Catania da AlmaLaurea, il consorzio che riunisce cinquantuno università italiane e che ha raccolto la testimonianza di 92 mila laureati.

Partiamo però dal lieve miglioramento occupazionale. Quest'anno ha trovato lavoro, a un anno dalla laurea, il 53 per cento dei giovani, ovvero poco più di mezzo punto percentuale in più rispetto all'anno scorso (vedi tabella). Anche la disoccupazione ha segnato una parziale battuta d'arresto pari allo 0,5 per cento. Rimangono però evidenti le disparità tra uomini e donne. Lavora il 57 per cento dei primi contro il 50 per cento delle seconde. Così come al Mezzogiorno il tasso di occupazione è ancora inferiore a oltre venti punti percentuali di quello dei loro coetanei residenti al Nord.

Quanto alla precarietà le cose non sembrano migliorare significativamente. Dal 2000 a oggi il lavoro stabile ha subito una contrazione in termini percentuali che lo ha visto passare dal 46 per cento al 39 per cento, mentre il lavoro atipico ha registrato, nello stesso intervallo di tempo, un aumento di dieci punti percentuali. Nell'ultimo anno la proporzione di persone con un lavoro stabile, ad un anno dalla laurea, è aumentato lievemente ma di fatto i due insiemi sembrano avere invertito, almeno per i primi anni lavorativi, il peso all'interno di un'occupazione che è divenuta più marcatamente precaria. Solo dopo cinque anni dalla laurea, la gran parte (il 70 per cento) dei laureati riesce ad ottenere un impiego stabile.

Ma veniamo alla paga. Seppure i laureati hanno avuto a disposizione lungo tutto l'arco della vita uno stipendio significativamente superiore a quello dei loro coetanei diplomati, la laurea ora non sembra essere più così premiante. Quest'anno la paga media è stata di poco superiore a mille euro e inferiore, in termini di potere d'acquisto, a quella del 2001. Ad essere penalizzate sono sempre le donne che quest'anno portano a casa solo 925 euro rispetto ai 1.186 dei loro coetanei uomini. Dopo cinque anni la paga sale in media a 1.342 euro con costanti disparità territoriali: al Nord si toccano i 1.382 euro, al Centro i 1.288 mentre al Sud si rimane fermi a 1.195 euro.

Che i giovani di oggi fossero destinati a un futuro meno roseo dei loro genitori lo si era cominciato a capire da tempo. Ma arrivano sempre più conferme di quello che sta accadendo. Qualche mese fa, uno studio di alcuni ricercatori della Banca d'Italia aveva mostrato come negli anni Novanta la retribuzione dei giovani avesse subito una riduzione significativa rispetto a quella dei loro colleghi più maturi, e come alla misera paga d'ingresso, si era andata sovrapponendo una carriera molto meno dinamica e quindi incapace di assicurare una crescita retributiva che compensasse una partenza così fiacca.

A questo si aggiunga la scarsa mobilità sociale. Secondo i dati di AlmaLaurea, a cinque anni dal conseguimento del titolo un giovane laureato figlio di operai guadagna 1.238 euro al mese, mentre un ragazzo con lo stesso titolo di laurea ma che proviene da una classe più agiata riesce a portare a casa 1.437 euro: ovvero 200 euro in più ogni trenta giorni. E queste differenze si notano in tutte le facoltà. Per chi esce da economia e statistica diventano anche più acute: 1.276 euro ai figli di operai e 1.519 euro ai figli di chi sta più in alto nella gerarchia sociale. Tra gli ingegneri la differenza è di poco inferiore ai 200 euro (1.574 euro contro i 1.759 euro), tra i giuristi e i laureati del gruppo politico sociale siamo sempre sopra ai cento euro al mese.

Insomma di padre in figlio. Se ne può trovare conferma anche se si va ad analizzare il titolo di studio di laurea del genitore e quello della prole. Si scopre che buona parte dei padri architetti (il 44 per cento) ha un figlio laureato in architettura, quattro giuristi su dieci hanno un figlio laureato in giurisprudenza e lo stesso accade agli ingegneri, ai farmacisti e ai medici (vedi tabella). Con evidenti ricadute sui percorsi occupazionali. Tanto che il 16 per cento dei figli di dirigenti arriva, dopo solo cinque anni dal titolo di laurea, a ricoprire la carica d funzionario o dirigente mentre a più del quaranta per cento dei figli di impiegati succede di ripercorrere il sentiero professionale del padre.

Tutto il fragore degli anni degli studi universitari, tutti quei giorni in cui si avvicendano entusiasmi e fatiche, una volta arrivato il tempo dell'occupazione pare dissolversi per venire sostituito dalla constatazione che la società italiana si è avvitata su se stessa relegando la mobilità sociale allo status di chimera. Se si vuole davvero rilanciare l'economia italiana, si dovrà fare qualcosa.
Al Governo futuro, Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea manda la raccomandazione di aiutare le piccole e medie aziende a "compiere innovazioni di processo e di prodotto e a dotarsi di capitale umano qualificato favorendo la formazione di studi associati" perché la ripresa, ha concluso Cammelli, "passa attraverso la valorizzazione delle risorse migliori che abbiamo: i tanti talenti che escono dalle università, forse più numerosi e migliori di quanto non siamo in grado di formare nelle nostre aule".

domenica 3 febbraio 2008

FOTO PER MOSTRA AUTOGESTIONE

C'E' QUALCHE COSA DEL TUO QUARTIERE CHE RITIENI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVA?
UN NUOVO CANTIERE?
UNA ZONA DEGRADATA?
UNO SPAZIO STUPENDO?
FOTOGRAFALA E MANDALA A:

elenadali@hotmail.it

domenica 13 gennaio 2008

L'evento

20 gennaio 2008
Milano, Leoncavallo S.p.A
Via Watteau 7

Dalle 18, testimonianze di Elena Hileg Iannuzzi, Giovanni Impastato, Lorenzo Frigerio, Francesco Barilli.

Dalle 20, video “12 dicembre 1969” di Bruno Capuana, “O sistema” di Ruben Oliva, “La mattanza” di Carlo Lucarelli.

Dalle 20, cena sociale: pastasciutta antimafia con menù a base di prodotti tipici delle cooperative che lavorano le terre confiscate alle organizzazione mafiose.

Dalle 21,30, anteprima del videoclip “Fausto e Jaio, trent’anni dopo", Giulio Cavalli “Re Carlo torna dalla battaglia di Poitiers”, Daniele Biacchessi, Gaetano Liguori trio, Michele Fusiello in “I ventitré giorni di Alba” di Beppe Fenoglio; Bebo Storti recita liberamente da “Mai Morti”, Gianni Biondillo legge Pier Paolo Pasolini.

Chiude la serata la lettura in anteprima di alcuni stralci dal nuovo libro su Fausto e Jaio, in uscita per il trentennale.


lunedì 17 dicembre 2007

Autodifesa degli Studenti e dei Genitori sulla scadente preparazione culturale dei

Da alcuni mesi sono state rese pubbliche le indagini svolte sia in Italia che in altre Nazioni Europee e non sulla preparazione culturale dei Giovani.

Da esse è scaturito un risultato molto poco rassicurante sugli Studenti Italiani. Essi sono considerati tra i peggiori d’Europa. Su 57 paesi sono arrivati trentaseiesimi e sono stati battuti anche dagli Studenti dell’Estonia, Slovacchia, Macao,Taipei, Croazia e Polonia.

In questi ultimi giorni sono giunti nel portale web dello scrivente www.sampognaro.it tantissime comunicazioni, quasi tutte critiche, da parte di Studenti e di Genitori italiani che hanno detto il loro parere a riguardo. Anche se può ritenersi valida la considerazione per la quale tante persone affermano che i giovani non vogliono più dedicarsi in modo efficiente allo studio perché sono interessati a tante altre problematiche, perché considerano di avere già tutto dalla vita e anche perché sono stati erroneamente educati nell’ambito familiare, le verità della scadente preparazione è principalmente da ricercarsi nelle Istituzioni Scolastiche.

· GLI STUDENTI affermano in sintesi quanto lo scrivente scrisse una decina di anni fa nel documento “DIALOGO TRA LE VARIE COMPONENTI SCOLASTICHE” presente anche nel suo sito (Sezione Scuola). Molto spesso si incontrano professori che sono molto preparati culturalmente ma non riescono a trovare un metodo adatto al grado culturale degli studenti ai quali essi devono rivolgersi doverosamente con il metodo didattico più appropriato. COLORO CHE INSEGNANO DEVONO SAPERE CHE I GIOVANI SONO I MIGLIORI E PARIMENTI I PEGGIORI LORO GIUDICI.

Gli alunni accettano ben volentieri e desiderano ardentemente quei docenti che non solo si presentano preparati nella materia che insegnano, ma, principalmente , che riescono a capirli psicologicamente con il dialogo. Durante il dialogo che ne seguirebbe il docente dovrebbe dare tutti i consigli che ritiene necessari per la risoluzione del caso, ma senza strapotere ed accettando i ragionamenti positivi degli alunni e facendo comprendere il danno che ne deriverebbe nell’accettare i ragionamenti negativi. Vi sono anche docenti che, non riuscendo a spiegare una argomentazione se non in un preciso determinato metodo, si mettono continuamente in urto coi loro allievi che, giustamente e nel loro interesse, pretendono dal professore una spiegazione più semplice.

A riguardo appare fondamentale quanto presente nel documento “DIDATTICA VINCENTE PER LA MATEMATICA” che può essere sviluppata anche per le altre materie. In esso si ribadisce che: Il docente di Matematica deve spiegare un determinato argomento all’inizio della prima ora delle due che sicuramente ha a disposizione nella settimana. La sua esposizione non deve durare più di un’ora. Nella seconda ora dividerà la classe in gruppi non numerosi (al massimo di 4 persone) nel quale deve essere presente, ma non obbligatoriamente, un tutor (con preparazione superiore rispetto gli altri). Il professore dirà ai gruppi di sviluppare o i quesiti teorici o pratici spiegati prima, muovendosi tra i vari gruppi e spiegando i punti di maggiore difficoltà fin quando il gruppo diventa completamente autonomo. Ringraziare spesso i tutor che in questo modo tenderanno a dare il massimo nello spiegare gli argomenti ai più deboli. Il sottoscritto ha potuto constatare che, così facendo, aumenta la fiducia degli alunni sui propri mezzi e verso il docente che non viene più visto come colui il quale tenta di bocciarlo, ma come colui che cerca in ogni modo di fargli acquisire nuove conoscenze. Questa biunivoca fiducia porta, quasi sempre, a cogliere dei risultati insperati.

I GENITORI comunicano che, come è scritto anche nel documento “LE VERE CAUSE DELLA SCADENTE PREPARAZIONE DEGLI STUDENTI”, tantissimi Presidi impongono ai loro Docenti l’attuazione di progetti educativi, alcuni validi, ma i rimanenti, che sono di gran lunga la maggioranza, di nessuna validità per il miglioramento culturale degli Studenti. Quasi sempre quest’ultimi vengono attuati per un riscontro economico. I Dirigenti Scolastici, che possono essere considerati degli Imprenditori, ottengono dallo Stato dei finanziamenti che dovrebbero servire per l’attuazione di validi corsi di aggiornamento sia per i Docenti che per gli Alunni, come quelli sul miglioramento della Preparazione Psico-Pedagogica o della Patente Europea di Informatica o sulla Legalità.I Presidi preferiscono invece fare sviluppare tanti altri progetti di basso valore culturale, ma che garantiscono loro un minor costo economico uscente ma un migliore avanzo economico. Fanno attuare anche, ma in minima misura, i precedenti progetti, di gran lunga più validi per Docenti e Studenti, ma, spesso, facendo pagare anche cospicue somme ai giovani. La conseguenza negativa principale è che gli Studenti vengono costretti spessissimo, a ritornare, nelle ore pomeridiane a Scuola e, alla fine, non rimane loro il tempo necessario per una valida preparazione nelle materie da studiare per il giorno successivo.
Per gli Studenti potrebbe essere molto più costruttivo tornare a Scuola per consultare uno sportello didattico che offra loro, con la presenza di qualche Docente, una migliore preparazione con una differente didattica, su una materia dove incontrano serie difficoltà per evitare anche un successivo debito formativo.


domenica 2 dicembre 2007

Suoni della memoria

SUONI DELLA MEMORIA 2007
rassegna di musica, reading, teatro civile
Da un progetto di Daniele Biacchessi
Milano, 12 dicembre, ore 21
Spazio Teatro 89
via f.lli Zoia 89
ingresso libero
PIAZZA FONTANA 38 ANNI DOPO
Letture, testimonianze, film, immagini, per non dimenticare

Federico Sinicato, Walter Bielli, Francesca Dendena, Roberto Castaldo, Bruno Capuana, Carlo Lucarelli, Francesco Barilli

Luigi Mariani, Saverio Ferrari, Lydia Franceschi, Daniele Biacchessi, Gaetano Liguori, Piero Ricca e molti altri ospiti.

In piazza per difendere l'accesso all'acqua

Ragazzo beve l'acqua di un fiume
Ragazzo beve l'acqua di un fiume

Nel 2006, 1,3 miliardo di persone non hanno ancora un accesso all'acqua potabile sicuro. 2,5 miliardi persone non possiedono sufficienti servizi igienici.
5 milioni di persone, principalmente donne e bambini, muoiono ogni anno per malattie relative alla qualità dell'acqua.

"L'acqua e' un diritto, non una merce" e "l'unica strada e' fermarli!". Questi alcuni slogan dalla la manifestazione oggi a Roma organizzata dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua. Sono diverse migliaia i partecipanti secondo gli organizzatori, che hanno contato 50 pullman da tutta Italia.

"Siamo qui oggi per riaffermare il concetto dell'acqua come bene comune - ha spiegato Corrado Oddi, delle Funzione pubblica della Cgil - di qui le richieste per l'immediata approvazione della legge di iniziativa popolare per la tutela, la pianificazione e la gestione pubblica dell'acqua, oltre alla proposta di un fondo nazionale in Finanziaria per il riammodernamento delle reti idriche".

Nel corteo varie bandiere di diverse sigle per un Forum che raggruppa 70 associazioni e reti nazionali e circa mille comitati territoriali. Poi le bandiere di Verdi, Prc, Sd, Pdci, Cobas, Cgil, Wwf e gonfaloni di alcuni comuni, come Gualdo Tadino. Fra gli altri presenti anche i volontari dei "grilliromani", nati dal blog di Beppe Grillo.

Leggi la petizione per la convenzione quadro internazionale sull'acqua

giovedì 29 novembre 2007

No alla violenza sulle donne

Oltre 100.000 in piazza a Roma contro la violenza sulle donne!


150 MILA ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: CONTESTATE LE PARLAMENTARI, OCCUPATO IL PALCO DELL'EMITTENTE LA 7
ROMA 24 NOVEMBRE 2007_La giornataUna partecipazione-fiume quella di oggi a Roma per la manifestazione nazionale contro la violenza degli uomini sulle donne. "La violenza degli uomini contro le donne comincia in famiglia e non ha confini". Con questo striscione si è aperto il corteo di oggi, partito da piazza della Repubblica con una presenza di più di 150 mila persone: questa la stima comunicata verso le 16 dal comitato organizzatore del corteo. Numerosi gli striscioni e slogan gridati prendono di mira il 'pacchetto sicurezza' approvato qualche settimana fa dal governo. "Se la violenza è in casa ma che ci faccio con più polizia?". Per questo anche un gruppo di giovani donne rom residenti hanno partecipato alla manifestazione esibendosi in balli tipici tradizionali.Decisa contestazione delle donne in corteo nei confronti Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, esponenti di Forza Italia. Anche il ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Giovanna Melandri, e quella per la Salute, Livia Turco, sono state contestate da alcune manifestanti al grido di "vergogna, vergogna". Un gruppo di manifestanti del corteo ha quindi occupato il palco, allestito in piazza Navona, da 'La7' che stava trasmettendo uno speciale sul corteo, ma soprattutto stava intervistando le parlamentari. L'organizzazione aveva più volte chiesto che nessuno si facesse portavoce delle tante donne presenti alla manifestazione. L'iniziativa è stata salutata con uno scrosciante applauso delle altri manifestanti presenti nella piazza.

mercoledì 21 novembre 2007

La "percentuale limite di bocciati"


Alessandra Migliozzi , su ItaliaOggi del 20.11.2007 (1), ipotizza per il prossimo anno un boom di bocciati e di ripetenti (+ 30%) come conseguenza dell’applicazione delle recenti norme emanate dal ministro Fioroni per il recupero dei debiti formativi (D.M. n. 80/3.10.2007 e O.M. n. 92/5.11.2007).

Infatti, considerazioni teoriche di massima sui dati disponibili porterebbero alle ipotesi o previsioni suddette se non peggio. Il ministro cita da 1.050.000 a 1.100.000 di alunni con debiti formativi solamente ¼ dei quali poi li salda . Ammettiamo ora che l’iniziativa ministeriale, imperniata su dosi massicce di attività di sostegno e recupero e su serie promesse o minacce di bocciature a fine agosto, abbia un buon esito positivo, recuperi cioè ancora ¼ dei debitori, resterebbero ben 500.000 (!) alunni da bocciare. I bocciati aumenterebbero del 120% arrivando a 900.000!! Un aumento del 30% (solo) di bocciati e ripetenti richiederebbe un successo strepitoso dell’iniziativa di recupero. Cioè recuperare il 90% dei debitori:1.000.000 su 1.100.000. Assolutamente irrealistico.

In pratica, non credo che si verificherà nemmeno l’ipotesi prospettata da ItaliaOggi del 30%. Infatti la scuola italiana ha già raggiunto – secondo me – una percentuale di bocciature elevata che possiamo indicare come “percentuale limite”. Qualcosa di analogo alla “velocità limite di caduta”, che si studia in Fisica (2), ed è relativa ad un corpo, un oggetto che cade in presenza di attrito atmosferico.

L’esistenza di questa “percentuale limite di bocciati” non superabile per motivi “fisiologici” potrà vanificare l’iniziativa del ministro, che pure ha focalizzato il problema ed ha avuto buone intenzioni di affrontarlo e risolverlo. Dai dati del MPI, tale percentuale attualmente è pari a circa il 14% per le classi del superiore e del 18% per la sola prima classe. In prima circa un alunno su cinque viene bocciato, se si escludono i ripetenti: uno su quattro! Anche volendo, non si può andare oltre.

Questa situazione è determinata, oltre che dalla preparazione insufficiente degli alunni che trascina verso il basso i programmi effettivamente svolti e gli obiettivi didattici perseguiti, anche dal giustificato timore delle scuole di perdere classi e dover poi ridurre l’organico compromettendo i risultati del c.d. orientamento presso le scuole medie dalle quali attingono anno per anno iscrizioni di alunni.

Ancora non è chiaro come le scuole recepiranno e daranno attuazione a quanto disposto dal ministro. Stanno emergendo perplessità e critiche sia agli aspetti tecnici e organizzativi sia a quelli economici. In particolare, pur avendo il ministro portato da 150 a 210 milioni di euro la somma per finanziare sostegno e recupero, le ore di lezione dovranno diminuire da 5.300.000 a 4.200.000 a causa dell’aumento (più che giusto) della retribuzione oraria dei docenti da 28 a 50 euro. Inoltre, essendo adesso di 15 ore la durata minima di un corso (prima era anche di 6, 8, 10 ore), quanti alunni bisognerà affollare in un corso di recupero?

Non si può escludere, ma è poco probabile, un ripensamento ministeriale consistente nel sospendere o ritardare di un anno le nuove norme e magari confrontandosi poi con docenti e presidi e coinvolgendo alunni e genitori. Se ciò non accadrà, le scuole saranno costrette a fare buon viso a cattivo gioco ma con i vincoli detti. I bocciati aumenteranno ma di poco: mettiamo il 2 o 3%. I debitori saranno ampiamente e formalmente condonati direttamente a giugno o a fine agosto. Il livello reale dell’istruzione peggiorerà.

lunedì 12 novembre 2007

Verso il 17 Novembre,

Giornata mondiale per l’accesso al sapere

ASSEMBLEA STUDENTESCA

MARTEDI’ 13 NOVEMBRE h.15:30

ARCI METISSAGE, VIA DE CASTILLIA 2 (MM2 GARIBALDI)

Anche quest’anno il Social Forum di Nairobi ha indetto per il 17 Novembre una giornata mondiale di mobilitazione studentesca che vedrà studentesse e studenti di tutto il mondo, dall’Africa all’Europa, dalle Americhe all’Asia, scendere in piazza per chiedere accesso al sapere, cittadinanza, democrazia. Gli studenti scendono in piazza anche in Italia, con i propri sogni per scuola e università e la propria voglia di essere cittadini dell’oggi e non di un domani sempre rimandabile.

Fioroni, da parte sua, ha emesso un’ordinanza esplicativa sul decreto, dopo le manifestazioni, che non ne modifica il contenuto. Non siamo più disposti a subire processi di riforma senza consultazione, e come studenti e studentesse di Milano e provincia vogliamo costruire una giornata di mobilitazione che reclami una scuola inclusiva per tutt*, che valorizzi le differenze, e che veda studenti e studentesse protagonist* e liber* di scegliere il proprio futuro. Per questo vorremmo incontrarci il 13 per costruire insieme una piattaforma unitaria per la manifestazione, per poi scendere tutt* in piazza il 17, alle 9 e 30 a Cairoli, con Carlo nel cuore, per poi dirigerci nel pomeriggio a Genova, alla manifestazione contro il tentativo di insabbiamento della commissione d’inchiesta sul G8 e l’individuazione di alcuni come capro espiatorio della colpa di sognare un mondo diverso.


MANIFESTAZIONE

SABATO 17 NOVEMBRE

CORTEO ORE 9.30, LARGO CAIROLI

Al termine del corteo appuntamento in Piazza Fontana

ore 12 per la partenza per la manifestazione di Genova

info e prenotazioni: 347 44 20 325 - 393 88 08 001

Studenti e Studentesse Milanesi

domenica 11 novembre 2007

NO AGLI OGM PERCHE'

“Italia ed Europa liberi da Ogm (Organismi geneticamente modificati)” è il titolo della consultazione nazionale promossa da una trentina di associazioni e imprese, tra cui: Wwf, Coop, Libera, Legambiente, Greenpeace, Federconsumatori, Acli, Codacons, Cna Alimentare, Confartigianato e molte altre ancora.

Anche Ecobio ha aderito a questa iniziativa, organizzando, in collaborazione con i GC (Giovani comunisti) di Milano e Provincia e con la Coop di Vignate, banchetti informativi sul territorio vignatese e non.

Ma quali sono i motivi di questa campagna? Perché tutte queste associazioni non vogliono gli Ogm? Quali sono i pro e i contro di questo tipo di sementi?

La complessità del problema è notevole e le opinioni a riguardo sono contrastanti, perciò ci siamo documentate approfonditamente e abbiamo cercato di rendere più semplici ed accessibili le informazioni che abbiamo appreso, pur se con notevoli difficoltà.

Tante ragioni per una campagna

Le ragioni di questa campagna sono, innanzitutto, di promuovere uno sviluppo dell’agroalimentare italiano “moderno, innovativo, mirato alla qualità della vita e della nostra salute, attento alla biodiversità, sicuro e rispettoso dell’ambiente e del clima”, oltre che della qualità dei prodotti. Gli Ogm sono incompatibili con questi obiettivi, in quanto sono “economicamente non convenienti e, per di più, ci priverebbero, omologandoci, della eccezionale originalità dei nostri prodotti”.

Gli Ogm sono vegetali in cui è stata inserita una parte del Dna di altre piante o animali, a livello genetico. Questo viene fatto con lo scopo di rendere il vegetale di partenza più resistente a condizioni sfavorevoli, come ad esempio situazioni climatiche proibitive per la sua crescita. Perciò è molto diverso dagli innesti, che vengono praticati da centinaia di anni da contadini di tutto il mondo, per migliorare le specie vegetali, senza modificare il corredo genetico della pianta in laboratorio.

Questi nuovi interventi sono un attacco alla biodiversità, cioè alla diffusione di un ampio numero di varietà diverse per ogni specie vegetale, in quanto selezionano pochi tipi di sementi per la coltivazione in ogni zona del mondo. Non sono più le varietà vegetali ad adattarsi naturalmente a climi e ambienti, e a regalarci sapori, forme, colori e contenuti nutrizionali diversi per le varie latitudini della Terra, ma si creano in laboratorio poche specie adatte per ogni luogo, impoverendo così l’ecosistema, oltre che la nostra tavola. Infatti, uno degli obiettivi dell’ingegneria genetica è quello di creare varietà vegetali contenenti vaccini o nutrienti che non sono presenti in natura in quella pianta.

Così, primo o poi, rischiamo di trovare un solo tipo di mele, uno solo di insalata: quella geneticamente modificata. Il contrario della biodiversità, la grande varietà di specie presenti in natura, che va salvaguardata.

Molti rischi per la salute

Noi abbiamo ancora altri motivi per opporci fermamente agli Ogm.

Sebbene le aziende produttrici sostengano che gli Ogm non abbiano bisogno di fitofarmaci e diserbanti, dannosi per la salute e per l’ambiente, perché sono più forti delle piante allo stato naturale, molti studi dimostrano il contrario. Gli Ogm infatti possono essere coltivati solo con l’utilizzo di specifiche sostanze chimiche e provocano molti più danni rispetto alle coltivazioni convenzionali.

Secondo alcuni studi, a causa di componenti di Dna usati per modificare geneticamente certe piante, gli Ogm aumentano il rischio di reazioni allergiche e autoimmuni; potrebbero avere un’azione cancerogena o causare intossicazioni o tossicità a vari livelli (neurologico, respiratorio, gastrointestinale, ematologico e genetico), oltre a un aumento del rischio di avere aborti spontanei.

Infatti, il Dna degli Ogm sopravvive al processo digestivo e potrebbe trasferirsi nel nostro patrimonio genetico.

Corriamo questi rischi non solo consumando vegetali Ogm, ma anche mangiando carni e alimenti derivati da animali che sono stati nutriti con mangimi contenenti Ogm, come avviene in molti allevamenti.

… non solo umana

Anche gli animali, attraverso la catena alimentare, subiscono effetti simili a quelli umani, a causa del contatto con gli Ogm. I più colpiti sono gli insetti, soprattutto quelli utili per l’agricoltura, e i lombrichi, ai quali alcune delle sostanze usate per produrre Ogm possono provocare un’alta mortalità o seri danni intestinali. Inoltre, possono inibire funghi e batteri benefici per il terreno.

I danni si estendono al regno vegetale: i semi geneticamente modificati possono “contaminare” i campi vicini, coltivati con sementi “naturali”, rendendoli sterili o trasferendo loro il Dna modificato. È questa la ragione della forte resistenza alla cosiddetta sperimentazione “in campo aperto”.

In sostanza, perché firmare

Da un punto di vista socio-economico, gli Ogm rendono i contadini dipendenti dalle aziende produttrici, in quanto i semi modificati geneticamente sono sterili, per cui non è possibile produrre da sé la semenza per l’anno seguente. In più, necessitano di specifici prodotti per la coltivazione, che tra l’altro impediscono la coltivazione col metodo della lotta integrata o comunque con un minor utilizzo di sostanze chimiche di sintesi.

Secondo le aziende produtrici, la sterilità dei semi Ogm è una cosa positiva, poiché evita la diffusione dei pollini geneticamente modificati. Cosa che, come si è visto prima, avviene ugualmente.

Perciò, se gli Ogm venissero liberalizzati, non avremmo alcun modo per proteggerci dalle loro possibili conseguenze.

Tutte queste ragioni ci paiono più che sufficiente per rifiutare in toto gli Ogm e aderire a questa campagna, chiedendovi di fare altrettanto, firmando la petizione.

giovedì 8 novembre 2007

Scuola, Fioroni firma Ordinanza Ministeriale su attività recupero debiti

Roma, 6 novembre 2007

Le attività di recupero dei debiti devono prevedere interventi di durata non inferiore a 15 ore. In aggiunta a questi si potrà utilizzare anche la quota del 20% delle ore riservate all’autonomia delle scuole; è prevista la “sospensione” del giudizio per chi allo scrutinio finale di giugno riporti insufficienze e la formulazione del giudizio finale dopo il superamento delle verifiche disposte dal Consiglio di classe entro l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo: questi alcuni degli aspetti contenuti nell’Ordinanza Ministeriale, che il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha firmato, sentite anche le associazioni studentesche, dando attuazione alle disposizioni del decreto sulle attività di recupero scolastico.

Ecco in sintesi i punti principali:

* Attività di recupero: sono parte integrante del lavoro scolastico, sono programmate dai consigli di classe.

* Tempi e modalità: le attività si realizzano durante tutto l’anno e le scuole hanno l’obbligo di attivare corsi di recupero individuando le materie in cui gli studenti sono più carenti. Gli studenti sono tenuti alla frequenza a meno che le famiglie intendano non avvalersene e in questo caso dovranno comunicarlo formalmente e per iscritto alla scuola.

Sia che ci si avvalga o no dei corsi gli studenti hanno l’obbligo di sottoporsi alle verifiche organizzate dal Consiglio di classe che mantiene comunque la titolarità del processo valutativo: individuare carenze, obiettivi di recupero e certificazione del superamento. Al termine delle attività si effettueranno, dunque, le verifiche e le famiglie verranno avvisate dei risultati.

* Per chi volesse optare per lo “studio individuale” è prevista l’attivazione di uno “sportello” di consulenza e assistenza che verrà affidato a uno o più docenti: toccherà al consiglio di classe individuare gli insegnanti e le modalità.

* Le scuole potranno scegliere per il recupero anche modalità diverse e più innovative, utilizzando docenti della scuola o anche soggetti esterni esclusi gli “enti profit”.

* Scrutinio finale: per chi, anche allo scrutinio finale, riportasse insufficienze, il Consiglio di classe valuterà la possibilità di un ultimo appello e nell’albo dell’istituto verrà riportata l’indicazione “sospensione del giudizio”. Si predisporranno altri corsi e attività da realizzare nel corso dell’estate.

Le verifiche finali, che si dovranno svolgere entro l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo, dovranno tener conto dei risultati conseguiti anche nelle altre fasi del percorso di recupero.

Il consiglio di classe, quindi, delibera l’integrazione dello Scrutinio finale, sulla base di una valutazione complessiva dello studente, che si risolverà in ammissione o non ammissione alla classe successiva.

* Le attività di recupero prevedono interventi di durata non inferiore alle 15 ore ciascuno. In aggiunta si potrà utilizzare anche la quota del 20% del monte ore riservato all’autonomia scolastica.

* Risorse: per i corsi di recupero sono stati stanziati, in questa prima fase, 210 milioni di euro. I docenti percepiranno un compenso di 50 euro lordi l’ora come previsto dal contratto.

tratto da Retescuole

lunedì 5 novembre 2007

Verbale collettivo 19 Ottobre

Venerdì 19 Ottobre durante il collettivo si è parlato della rappresentanza studentesca in Consiglio d'Istituto e di un ipotetico programma da proporre .
Innanzitutto ci siamo domandati: perchè sentiamo l'esigenza di candidarci? La risposta è stata questa: per capire e per cercare di trovare rimedio alle difficoltà che pensiamo gli studenti incontrino durante il loro percorso scolastico. Ci siamo resi conto che spesso queste difficoltà riguardano il rapporto tra studenti e professori, ovviamente ciò che influisce maggiormente è il carattere e il metodo di insegnamento di questi ultimi. Non potendo cambiare il carattere di un professore e nemmeno stravolgere il suo metodo didattico, possiamo tuttavia constatare una reticenza reciproca a mettere in discussione le modalità di insegnamento. Questo perchè l'attenzione è incentrata maggiormente sul voto, sui compiti, sulle verifiche e non sull'interesse per la materia. Nello studente infatti vi è indifferenza per le materie, sia perchè la scuola non offre abbastanza stimoli, sia per un personale disinteressamento. Questo fa sì che si crei una sorta di barriera tra studenti e professori che causa una vera e propria mancanza di dialogo. Gli studenti e i docenti devono mettere in discussione il rapporto che vi è fra loro, poichè in questo modo vi possono essere le possibilità per aumentare la partecipazione degli studenti stessi nella loro scuola. Il dialogo che verrebbe a crearsi infatti darebbe la possibilità agli studenti di risolvere e capire questioni non chiare all'interno della classe, sarebbe cioè un mezzo utile. Rivalutando dunque l'aspetto della discussione speriamo di poterci avvicinare a un modello di scuola più utile per il nostro futuro.
Il collettivo

lunedì 15 ottobre 2007

"Perché parlate solo di 'non scuola'?"

"Non picchio i compagni e amo la scuola ditemi la verità: non sarò mica un folle?"

di GIUSEPPE ROSARIO ESPOSITO


Mi presento, il mio nome è Giuseppe Rosario Esposito sono un ragazzo napoletano, uno di quelli che ha la fortuna di poter andare a scuola, un ragazzo come tanti, uno di quelli che può sedersi di fronte ad un Pc per scrivere una lettera che probabilmente sarà ignorata poiché non fa abbastanza "Spettacolo". Non siamo forse nella società dello spettacolo ad ogni costo?

Ed allora guardando la televisione leggendo i quotidiani, non sento che parlare della "Non scuola" , non leggo altro che articoli interminabili sull'ennesimo video caricato su YouTube che riprende chissà quale altro atto di vandalismo o di bullismo.

Si parla solo di questa "non scuola" che ormai sembra aver preso il sopravvento su tutto e tutti!

E la scuola? Quella vera, quella dei ragazzi che scrivono per far sentire la loro voce, quelli che in centinaia e centinaia parlano della "scuola che c'é" su di un forum on-line di cui nessuno ha scritto, quelli che si interessano dei reali problemi dei sistemi di istruzione, quelli che hanno deciso di creare un manifesto europeo degli studenti


Che fine ha fatto quella scuola? Indubbiamente è più spettacolare far parlare di sé piuttosto che parlare di sé. Allora forse più che scrivere una lettera, dovrei filmarmi con uno di quei videofonini mentre riempio di botte qualche insegnante. Non lo so! Forse sono un folle se penso che a qualcuno importerà questa lettera, sono un sognatore nel cercare ogni mattina sui titoli dei giornali "la scuola che c'è" restando puntualmente deluso da quei caratteri cubitali

Forse dovrei già sapere che nessuno risponderà a questa lettera. E forse mi dovrei abituare a non sapere cosa sono gli obbiettivi di Lisbona 2010, in fondo cosa importa! So cos'è YouTube. Ma scusate se non posso fare a meno di sognare

(da La Repubblica 8 marzo 2007)

mercoledì 10 ottobre 2007

Anche Fioroni attenta alla nostra scuola

Dopo la riforma Moratti e quella Formigoni, il processo di "aziendalizzazione" della scuola pubblica continua con la riforma Fioroni, che prevede:
  1. Trasformazione delle scuole in fondazioni. In pratica, i privati diventeranno gli azionisti di maggioranza delle scuola che finanziano, potendo così decidere su aspettetti fondamentali della vita della scuola;
  2. Voto di promozione o bocciatura all'insegnante di religione. Si tratta i un palese attacco alla laicità della scuola;
  3. Ripristino degli esami di riparazione, che prevedono corsi di recupero estivi a pagamento e obbligatori che graveranno ulteriormente sulle famiglie degli studenti
Venerdì 12 Ottobre
presidio dalle 9,30 davanti all'assessorato
regionale dell'istruzione in via cardano 10
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